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Numero 10



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                                              Parole in viaggio






A spasso sul google taxi è un libro che parte da un blog. A dimostrazione che la letteratura passa anche attraverso la rete. Che diventa una fucina preziosa per dare vita a nuove, stimolanti scritture. Tina Spacey, l'autrice, nasce come blogger per caso e finisce per fare la scrittrice. Anche se lei preferisce evitare le definizioni per concentrarsi su ciò che ama di più: la narrazione...

di Susanna Squillaci



Tina Spacey abita a Roma, in una casetta di bambola che sembra progettata su misura per lei. Sparsi qua e là ci sono i suoi quadri: tanti, colorati, espressione di una creatività effervescente. Qualche tempo fa ha pubblicato A spasso sul google taxi (Cooper, 2005), un libro che raccoglie molti dei post che ha scritto negli ultimi anni sul suo blog personale. L’abbiamo incontrata per saperne di più e approfondire con lei i temi che ispirano gli scrittori contemporanei. 


Tina, cominciamo subito con una domanda impegnativa: ti consideri più una blogger o una scrittrice?

In effetti ci devo riflettere un momento… Non so neanche se mi considero l’una o l’altra cosa. Come già sai, ho pubblicato un libro due anni e mezzo fa, e sto pensando di scriverne un altro, che tuttavia non ho ancora davvero cominciato. Il blog l’ho aperto molto prima, nel 2001, anche se in questi ultimi mesi l’ho un po’ trascurato. In ogni caso, non voglio inquadrarmi in uno schema prefissato. So solo che quando ci riesco, quando ho il tempo e le idee giuste, ho una gran voglia di scrivere, quindi apro il computer e butto giù dei post, dei piccoli racconti. In realtà non vedo una grossa differenza tra un blogger e uno scrittore, se non per il fatto che uno scrittore è una persona che vede pubblicato su carta il suo libro. Però è vero anche che quando si mette online un post, lo si mette ugualmente a disposizione del pubblico.

Scrivevi già prima, o hai cominciato a mettere nero su bianco i tuoi pensieri quando hai aperto il blog?

Io ho sempre scritto tanto, sin da piccola tenevo dei diari, che poi si sono evoluti diventando taccuini pieni di disegni, appunti. In particolare, ricordo con grande nostalgia un periodo della mia vita in cui portavo sempre con me un quaderno dove scrivevo pensieri vaganti, stralci di conversazioni avute con degli amici. Ed era molto divertente sia scriverle che rileggerle dopo, un po’ perché è un modo di ricordare un momento storico e poi perché le frasi estrapolate dal contesto spesso sono davvero assurde.

Anche nel tuo libro possiamo ritrovare questo tipo di appunti? Lo possiamo considerare un po’ autobiografico?

Il libro è assolutamente autobiografico, proprio perché raccoglie molte delle cose che avevo scritto negli anni, cose che mi erano successe, pensieri che mi erano passati per la testa. Ho cominciato a scrivere post nel 2001, principalmente perché il fenomeno dei blog mi incuriosiva molto e volevo capire cosa si provava a scrivere quotidianamente, a vedere le proprie parole subito in rete. La cosa più divertente è stata poi scoprire quanta e quale gente veniva a leggermi. È stato bello quando mi sono accorta che non venivano più solo i miei amici, ma molte più persone di quanto immaginassi.
A un certo punto, un editore ha letto casualmente i miei racconti e mi ha chiesto di trasformarli in un libro. Io ho preso tutto il materiale che avevo e di base ho fatto un grosso lavoro di editing, limando e aggiustando alcune parti per dare alla storia il senso logico che all’inizio non c’era.



Ispiriamoci al titolo del tuo libro, A spasso sul google taxi. Quali sono le cose più interessanti in cui ti sei imbattuta navigando in rete?

Non sempre trovo cose stimolanti. Anzi, ci sono giorni in cui mi collego e dico: “oggi su internet non c’è nulla”. Poi salta fuori qualcosa di molto valido. Ieri, per esempio, ho scovato il blog di una giornalista che scrive splendidi articoli sull’Africa, e ho pensato “ecco una persona che ha capito davvero come funziona la rete”. Affacciarsi sul suo blog è stato quasi come conoscerla, è riuscita a mostrare in una pagina dei lati della sua personalità, ha inserito delle foto meravigliose, quindi ho voglia di continuare a leggerla. E mi piacerebbe anche vederla pubblicata sulla carta stampata.

Passiamo allora dall’altra parte della barricata…Che tipo di lettrice sei?

Vado a periodi, a volte leggo tantissimi libri, altri un po’ meno. Quando vado in libreria comunque non cerco le ultime novità, compro quello che mi va in quel momento. Certo, ci sono scrittori che mi piacciono molto e compro tutti i loro libri. Per lavoro poi leggo tantissimo ogni giorno, vado a caccia di informazioni, leggo miliardi di post. Alla fine assorbo davvero tante informazioni.
Di recente ho letto un articolo di Kevin Kelly(www.internazionale.it/52), in cui ipotizza un futuro dove i libri saranno gratuiti ma invece si pagherà l’incontro con gli autori. Un po’ come sta accadendo nel mondo della musica, capita che non si paghi più un disco, ma il concerto sì. Su internet mi aspetto di trovare presto dei libri gratis, o anche solo un primo capitolo che mi stimoli poi a comprare il libro. Penso che cominciare a scrivere un libro a puntate, metterlo in rete e farlo circolare sia un’ottima idea. La cosa bella di internet è proprio l’ incredibile capacità che offre di sperimentare.

Quindi consigli agli aspiranti scrittori di cominciare così, aprendosi un blog, per fare pratica e far circolare il materiale?

Assolutamente sì, è fondamentale il rapporto con chi ti legge, Ci saranno sempre persone che avvertono l’esigenza di scrivere in solitudine per poi consegnare un manoscritto a un editore e farselo giudicare. Io personalmente preferisco scrivere tutti i giorni, come se si trattasse di un work in progress con il lettore. Un metodo che non influenza il mio modo di esprimermi ma è l’occasione di creare dei bei rapporti con i lettori.


Che progetti hai per il futuro? Questo secondo libro?

In effetti, come ti accennavo prima, avevo in mente un seguito…

Sempre una raccolta di post o un progetto diverso?

Mi piacerebbe che fosse una cosa diversa. Vorrei scriverlo partendo da zero, senza recuperare cose del passato. Ma non è detto che non lo pubblichi a puntate su un blog. Ci sto pensando, vedremo che succede.

Allora aspettiamo con ansia il tuo nuovo lavoro e mille grazie.