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Numero 10



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Ritrovato il moleskine di giovane scrittore

di personalità confusa
www.personalitaconfusa.splinder.com

Il giorno lunedì 26 Marzo su una panchina del parco ho rinvenuto un taccuino nero di taglia media tipo moleskine. Il taccuino non reca indirizzo leggibile sul frontespizio ma dal contenuto pare essere il diario di un giovane scrittore emergente. Segue un estratto: se qualcuno vi si riconoscesse è pregato di contattarmi via email in modo che possa restituirlo (previa trattativa sulla ricompensa):

Lunedì
Si parte. Alzato presto per lavorare al mio nuovo romanzo. Un po' emozionato, come sempre. Doccia, colazione poi subito al tavolino con il computer: comincia la grande sfida. Che felicità. Prendo un respiro e poggio le mani impazienti sulla tastiera. Ma. Di fronte al bianco immacolato di Word mi accorgo che non ho ancora un'idea per la storia da raccontare. Ohibò.
Non l'avevo previsto. Sfoglio il blocchetto degli appunti e cerco tra le annotazioni prese nei giorni precedenti e – orrore - anche il blocchetto degli appunti è candido come la neve. Vabbè, prima o poi mi verrà in mente qualcosa.

Martedì
Sì, sto scrivendo il mio prossimo romanzo. Modestamente. Che poi, a pensarci bene, è anche il mio primo romanzo. Al tavolo di lavoro mi spremo su un titolo folgorante che però non mi viene in mente, visto che non so nemmeno di cosa parlerà il libro. Dopo ore di elucubrazioni dolorose senza esito decido che il titolo lo sceglierò alla fine, quando avrò terminato l'opera. Sì, mi pare sensato.

Mercoledì
Finalmente. Ho rotto il ghiaccio e digitato le prime parole del mio nuovo romanzo. Il foglio non è più vergine: che sollievo, che vittoria. Le prime parole splendono sul monitor, e sono queste:
Capitolo 1.
Non è molto ma sempre meglio di niente, l'importante è cominciare.
Avrei voluto dare dei titoli più complessi ai diversi capitoli, ma mi son reso conto di non aver idee passabili, e quindi evviva la semplicità.

Giovedì
Preso da foga creativa, ho buttato giù anche l'indice dell'opera: non è stato difficile, un elenco puntato con le voci "Capitolo 1", "Capitolo 2", eccetera. Sono arrivato a "Capitolo 33", poi con lampo di genio ho aggiunto una "Prefazione", a cura di collega ignoto, da individuare in seguito. Per oggi non c'è male, ho fatto un bel lavoro, direi che posso dirmi soddisfatto.

Venerdì
Oggi avrei voluto dedicarmi all'incipit ma non posso farlo, perché ancora non so nemmeno di cosa parlerà il resto del libro. L'ispirazione non arriva, mi manca l'argomento, la storia da raccontare. E pensare che sono un grande artista. Boh.
Andato alla feltrinelli, acquistato un costoso Manuale di Scrittura Creativa che sto leggendo sul divano. Per ora non è servito a granchè: dice di non usare gli aggettivi, di scrivere frasi brevi ma anche no, di prestare attenzione ai personaggi, insomma le solite baggianate. Mi assopisco cercando di capire una dotta lezione sull'importanza della sinestesia nella prosa americana contemporanea.

Sabato
Ho capito: debbo prima organizzarmi, e solo dopo scrivere. Oggi mi dedicherò alla pianificazione temporale del lavoro. Stabilisco che il mio romanzo sarà 300 pagine. Non so quante cartelle siano ma le pagine devono esser almeno 300. Se riesco a dedicare una giornata a ogni pagina e poi due mesi a correzioni riletture e revisioni, in un annetto dovrei farcela.
(Il che significa che per un anno intero non potrò far altro che occuparmi del mio romanzo. Per un attimo, mi chiedo di cosa camperò e come farò a mantenermi: non ci avevo pensato. Ma è solo un attimo, poi passa.)

Domenica
Chiamerò il mio editore per avvertirlo che col romanzo sono più indietro del previsto. Mi pare corretto, so che in fondo apprezza l'onestà. Oddio, dovrei dirgli che sono del tutto fermo e privo di idee, tuttavia credo di poterlo tranquilizzare con una balla tipo ho avuto l'influenza, il pc rotto e così via. Sfoglio la rubrica del cellulare ma mi accorgo che il numero di telefono dell'editore non c'è. Maledizione, dove l'avrò messo. Niente, non lo si trova, eppure guardo ovunque, agende, post it, email: dell'editore, nessuna traccia. Poi mi sovviene che io, per adesso, un editore non ce l'ho ancora.
Ecco perché non trovavo il suo indirizzo. Una volta finito di scrivere il romanzo, dovrò pure cercarmi un editore che me lo pubblichi. Vabbè, calma, un problema alla volta: cominciamo dal testo. Ci preoccuperemo della stampa e della distribuzione a momento debito.

Lunedì
Alzato all'alba per lavorare al romanzo. Aperto il file romanzo.doc: sempre a zero battute, accidenti. La struttura dell'indice e la scaletta di tempi non aiutano. Ma non mi spavento. Anzi, affronto la nuova settimana con rinnovato spirito creativo: esco a prendere una boccata d'aria.
Porto con me una biro e questo quaderno, sento che passeggiando verrò colto da un'idea illuminante, e poi il resto verrà da sé, innarrestabile.
Lo sento, lo sento.