Mirror Mirror

Gli altri ci rimandano la nostra immagine. E, diciamolo, non sempre fa piacere vedere il riflesso di ciò che siamo. Eppure è necessario per affrontare il famoso "conosci te stesso"...

di Flavio Serantoni








"Gli specchi farebbero bene a riflettere, prima di rimandarci la nostra immagine"
Jean Cocteau


Il confronto con gli altri è esperienza stimolante, a volte dolorosa, a volte eccitante, ma sempre e comunque fonte di arricchimento, soprattutto se la si sa affrontare con la dovuta umiltà, perché può diventare la chiave di volta per cominciare a percorrere quel particolare cammino che conduce verso la conoscenza del mondo che ci circonda, del nostro prossimo, e in ultima analisi, alla comprensione profonda del nostro io più intimo.
Perché le persone che ci stanno di fronte, spesso involontariamente, mettono in evidenza tutti i nostri egoismi, i nostri difetti e le miserie umane, piccoli o grandi che siano, che da soli non siamo in grado di riconoscere o di ammettere con noi stessi.
Mancanze tipiche della natura umana, imperfetta per definizione, che ci balzano agli occhi con tutta la loro forza una volta che ci troviamo davanti a quello specchio vivente che è il nostro prossimo, che riflette, più o meno consapevolmente, le bugie o le verità che ci raccontiamo per continuare a crederci “perfetti”, o comunque migliori di chi ci sta davanti, senza neppure prenderci il disturbo di cercare di conoscerlo.

Ecco quindi spiegato come l'irrompere improvviso di un elemento estraneo nella nostra società, come può essere un omosessuale in un mondo etero, un musulmano in una società cattolica, o una donna in un ambiente tradizionalmente dominato dagli uomini, provochi spesso violente reazioni, perché finisce per diventare al tempo stesso una cartina di tornasole ed un catalizzatore di quel che di sbagliato e latente c'era fino a quel momento in noi, e che aspettava solo di esser portato alla luce.
Chi ci sta davanti finisce così per rappresentare uno specchio in cui ci rifiutiamo di guardare, e quindi da infrangere metaforicamente, ma spesso purtroppo anche fisicamente, quando non vogliamo prenderci le nostre responsabilità, al punto che pur di negarle siamo disposti a spingerci a demonizzare gli “altri da noi”, i cosiddetti “diversi”, rifiutandoli, incolpandoli e punendoli per colpe che spesso sono solo nostre, nell'inutile quanto illusorio tentativo di fuggire da noi stessi.


"Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti voglia dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx "
Perché cercare di fuggire da noi stessi è una gara persa in partenza, nella quale molte più persone di quel che si potrebbe immaginare spendono un numero enorme di energie, senza ottenere altro risultato che farsi del male o, molto peggio, di perseguitare inutilmente e crudelmente gli altri.

"Conosci te stesso"
Un secondo aspetto del confronto con gli altri, all'apparenza il più inatteso, ma a ben vedere anche il più esaltante, è che a volte proprio grazie a questi “specchi” è possibile scoprire dei pregi che non sospettavamo minimamente di avere: talenti nascosti, che si celano come tesori dentro di noi in attesa che qualcuno ce li riveli.
Fin troppo spesso, come novelli San Tommaso, siamo noi stessi i primi a non credere a ciò che abbiamo davanti al naso, incapaci di porci alla giusta distanza per vederci come siamo, non solo nei nostri difetti, ma anche e soprattutto nelle nostre qualità.
Infatti, così come davanti a uno specchio arretriamo fino a porci a una certa distanza, se vogliamo cogliere l'immagine completa della nostra persona, anche nel giudicarci dovremmo fare quel proverbiale passo indietro, cambiando prospettiva e punto di vista, allargando così i nostri orizzonti.
In tal senso, appare evidente come chi ci sta di fronte sia enormemente avvantaggiato rispetto a noi, soprattutto se non ci conosce da sempre e non sa nulla del nostro passato, perché paradossalmente finisce spesso per rimandarci un'immagine più fedele di noi di quella che ci siamo sforzati di costruirci nel corso della vita.
Talvolta capita di esser fortunati, capita di incontrare qualcuno che non è d'accordo con noi, e a cui importa abbastanza di noi da dimostrarci come e quanto ci sbagliamo: sono coloro che ci rimandano una realtà che non corrisponde all'immagine che abbiamo di noi stessi, permettendoci così di esplorare le nostre certezze, testarne la solidità, o viceversa la fragilità.
Incontri preziosi, di cui fare tesoro, perché ci consentono di passare al setaccio ciò che veramente ci appartiene, quel che è intimamente nostro, eliminando almeno in parte, quelli che sono i pregiudizi che come esseri umani appartenenti a una determinata cultura e soggetti a un’educazione, non possiamo che portarci dietro inconsciamente per retaggi culturali assolutamente indipendenti da noi.
In definitiva i cosiddetti “altri”, quanto più “diversi” e lontani da noi, per cultura, modo di vivere, o esperienza, tanto più finiscono spesso per essere uno specchio fedele dei nostri vizi o delle nostre virtù, sia in positivo che in negativo, grazie al quale possiamo ristabilire la realtà, o quanto meno avvicinarci ad essa, spingendoci a riconsiderare completamente o parzialmente la nostra scala di valori, le nostre priorità, e i nostri pregiudizi su noi stessi e sul prossimo.