Canzoni d'epoca e rivisitazioni

Aurora Pacchi e Antonella Gualandri, in arte Voc&Piano, sono due musicoterapiste che hanno dato vita a un duo che ripropone i grandi successi della canzone italiana dagli anni '30 agli anni '60, riarrangiati solo per voce e pianoforte. Musica e memoria per toccare le note dell'anima. 

di Vittorio Boccardi


Dopo il loro primo album intitolato Sono solo parole (Centauro Records) dall'unico inedito contenuto, sono state protagoniste di un fortunato tour che le ha portate sui palcoscenici di tutta Italia e le ha viste ospiti di manifestazioni teatrali di importanza nazionale e internazionale. 
Visto il loro repertorio d'epoca, e visto che nella vita sono due musicoterapiste professioniste, le abbiamo incontrate per parlare con loro di musica e memoria.


Aurora e Antonella il vostro repertorio ripropone pezzi italiani dagli anni '30 agli anni '60. Cose del passato che hanno molto a che fare con il tema della memoria. Da cosa è nata questa vostra scelta?
Nella nostra memoria erano impresse canzoni come Mamma mia dammi 100 lire, Conosci mia cugina, Parlami d’amore Mariù che le nostre nonne ci cantavano quando ci raccontavano episodi della loro vita, così è nata la curiosità di conoscere meglio la musica del passato e di renderla attuale. 
Ci siamo imbattute in un vasto repertorio che ci ha permesso di conoscere meglio strutture linguistiche e musicali ormai in disuso, di mantenere un legame con il passato riscoprendo sonorità che hanno fatto la storia della musica italiana. 

Visto questo repertorio così particolare qual è il pubblico che segue Voc&Piano? 
E come risponde ai vostri spettacoli?
Il pubblico che ci segue è un pubblico eterogeneo, dai bambini agli anziani, interagisce con noi cantando e rispondendo alle domande che noi generalmente facciamo durante il nostro spettacolo.
E' un pubblico attivo e attento.

Un pubblico eterogeneo, quindi anche le emozioni che suscitate in chi vi ascolta e vi vede saranno tali. 
Immagino che le persone che erano giovani negli anni '30 con i vostri brani tornino indietro nel tempo?
Ebbene sì. 
Ci capita spesso a fine concerto che alcune persone si avvicinino a noi semplicemente per dirci grazie, a volte anche con gli occhi lucidi, perché con la “nostra” musica gli abbiamo permesso di tornare indietro nel tempo. 
E' come se avessimo il potere di restituire loro un pezzo di vita alla quale generalmente sono molto attaccati e questo testimonia come la musica abbia il grande potere di riportare alla memoria eventi, situazioni ed emozioni.

E i più giovani? Come reagiscono?
I bambini si divertono molto con Il pinguino innamorato, Tintarella di luna e brani in cui la voce esce da una campana luccicante di grammofono, i ragazzi rimangono stranamente stupiti e divertiti di come ad esempio Mille lire al mese diventi un Sirtaki e si appassionano al nostro modo ironico di reinterpretare questi grandi successi, spesso con inserti inaspettati di brani odierni.

Voi siete anche due musicoterapiste, o musicoterapeute,  professioniste, di quelle che hanno studiato la Musicoterapia con la M maiuscola e non quella da centro estetico, immagino che anche in questo campo quello della memoria sia un tema importante. 
Cosa potete dirci a riguardo?
Intanto diciamo che noi ci definiamo ironicamente due piste peute, visto che c'è una continua disputa sui due termini!
L'argomento è davvero molto vasto e cercheremo di spiegare in poche righe che ruolo ha la memoria nella Musicoterapia. 
Per Proust la memoria è lo strumento privilegiato di cui servirsi per illuminare i misteriosi recessi dell’anima umana e per cercare di capire il senso della vita e delle azioni. 
Si divide in “memoria volontaria” e “memoria involontaria”.
La prima è quella messa in moto dall’intelligenza e dalla volontà, quella che ci riporta alla mente solo quello di cui siamo o siamo stati coscienti senza restituirci quell’insieme di sensazioni che avevano reso particolare ed unica una determinata esperienza.  
La seconda, quella involontaria, ha un’ origine strettamente materiale e consiste in un vero e proprio processo fisico che parte da un oggetto esterno a noi. 
E’ dunque una memoria attivata dagli oggetti “impregnati” del passato. 
La musica in questo caso ci offre molte possibilità d’intervento poiché i suoni come gli odori non richiedono in prima istanza una volontà di percepirli, una concentrazione, un’attività.
Lavorando con soggetti anziani, ad esempio, la musicoterapia può dare aiuto espressivo e comunicativo all’anziano perché è una metodica di arte terapia particolarmente rispettosa della dimensione umana, poetica e creativa che ha l’obiettivo di stimolare l’immaginazione e l’intelligenza, attivare la memoria, ristabilire e migliorare la concentrazione.

Per concludere: a voi, personalmente, cosa viene in mente se dico “memoria”?
Ci viene in mente un luogo protetto dove coesistono emozioni, esperienze, odori e suoni, un luogo non sempre accessibile, ma parte integrante del nostro essere.


Grazie per la vostra disponibilità e in bocca al lupo per la vostra carriera artistica e professionale.

www.vocepiano.com
www.myspace.com/vocepiano


Vittorio Boccardi