In memoria di Sergio

Claudia Endrigo, figlia dell'indimenticato artista, ci regala un pezzettino di intimità ricordando suo padre. Un uomo di cui oggi si sente l'assenza. L'intervista...

di Ettore Luttazi


Il 7 settembre del 2005 morì Sergio Endrigo, uno dei più grandi cantautori italiani. 
Già negli ultimi anni di vita gli addetti ai lavori sembravano averlo messo da parte e, dopo la sua morte, di lui non si è più parlato. 
Da quel giorno Claudia, la figlia di questo grande artista, ha dato vita a una battaglia durissima per mantenere viva la figura artistica di suo padre, che ha fatto tanto per la canzone italiana. 
Noi l'abbiamo incontrata.


Claudia, dal 7 settembre del 2005, il giorno in cui è morto, lei ha lasciato il suo lavoro e si è gettata a capofitto in questa sua battaglia personale per mantenere vivo il ricordo di suo padre. 
Ci racconta cosa è successo?
Già negli ultimi anni di vita di mio padre non si occupava più nessuno, e a lui questa cosa chiaramente non faceva piacere. 
Veniva chiamato in tv solo per Ci vuole un fiore, un po' riduttivo per un artista del suo calibro. 
Era stato addirittura contattato per un programma che si intitolava I perdenti
Una vergogna! 
Io sto cercando di riportare alla luce la sua figura artistica e il grande patrimonio che ci ha lasciato, e in questo sono assistita da un legale perché la Sony (ex RCA) non ci consente neanche di visionare i suoi contratti discografici, tenendoci, per così dire, le mani legate.

In cosa consiste concretamente questa sua battaglia?
Vorrei ristampare il suo intero catalogo e tirar fuori due stupende versioni dell'Ave Maria che praticamente nessuno conosce e poi salire sul palco dell'Ariston per ritirare il premio alla carriera che mio padre non ha mai ricevuto, e per il quale aveva sofferto molto. 
Poi vorrei incidere un album in cui interpreto il mio Endrigo e creare un Premio Sergio Endrigo.

So che ha lanciato molti appelli attraverso Facebook cercando di smuovere soprattutto i programmi televisivi, rinfrescar loro la memoria, è il caso di dire, per parlare di Sergio Endrigo e delle sue canzoni.
Come mai, secondo lei, personaggi così importanti vengono dimenticati da certi media?
È chiarissimo. 
Alla tv di oggi piacciono le "carrambate", i misteri sulla morte di un personaggio, o magari un figlio illegittimo, un'amante segreta. 
Mio padre era un uomo normale, si autodefiniva "uno che fa il mestiere del cantautore" e penso che gli autori dei programmi televisivi siano convinti che di Endrigo non interessi più a nessuno, ma su questo si sbagliano di grosso.

Forse se ne parla poco perché spesso, soprattutto in tv, suo padre è stato dipinto come un uomo malinconico e triste. 
Io so che lei, già in altre occasioni, ha ribaltato questo luogo comune. 
Ci racconta in breve che uomo era Sergio Endrigo?
Mio padre era un uomo introverso e riservato, ma prima che lo colpisse la depressione dopo la morte di mia madre e la perdita completa dell'udito, era una persona adorabile, dolce, intelligente ed estremamente curiosa. 
Amava il mare, la cucina, gli amici. 
Era un gran raccontatore di barzellette e un grande viaggiatore. 

E a proposito di amici: chi non l’ha dimenticato? 
E chi sta aiutando Claudia Endrigo in questa sua battaglia?
Tanti amici, tanta gente comune che lo amava e tanti grandi artisti come lui, da Gino Paoli a Gianni Morandi, Morgan, Bruno Lauzi (ora è morto anche lui), Sergio Cammariere, Roberto Vecchioni e tanti altri che l'11 gennaio del 2006 gli resero omaggio con un grande concerto all'Auditorium di Roma. Esistono anche CD e DVD di questo evento, ma la Sony non ha fatto alcuna promozione. 

Suo padre ha firmato circa 250 canzoni, alcune sono state e sono tuttora dei successi intramontabili, riprese anche da altri artisti. 
Lei quale preferisce?
Mio padre ha lasciato un patrimonio grandissimo, ci sono anche dei testi inediti e, tra questi, due completi di musica. 
Io naturalmente non ho delle canzoni preferite, ogni volta che lo ascolto mi piacciono tutte, sempre di più. 
Ma posso dire che Le parole dell'addio, Adesso sì, Aria di neve, Io che amo solo te e Altre emozioni mi fanno piangere ancora oggi. 

Per chiudere: cosa possono fare i nostri lettori per aiutarla a mantenere viva la memoria di suo padre?
I lettori possono visitare il sito dedicato a papà www.sergioendrigo.it e cercarmi su Facebook per aiutarmi a far sì che mio padre venga rivalutato una volta per tutte. 
Ho un grande sogno: accendere la radio e sentire la voce di mio padre. 
Spero che prima o poi questo sogno diventi realtà.

La ringraziamo per la sua disponibilità.

www.sergioendrigo.it