Di-segni

La graphic novel è una delle forme più interessanti della scrittura contemporanea. Romanzi fatti di immagini e parole che oggi seducono i lettori con la forza dell'impatto narrativo. 
Un'incursione fra gli autori più significativi, da Frank Miller a Joe Sacco fino a Marjane Sartrapi con il suo
Persepolis. 

di Margherita Baldi

 

 

 

È scrittura contemporanea  la scrittura che parla con il suo tempo, nel suo tempo, appartiene, vale a dire, a questo nostro tempo, ne scrive il respiro, ne conta il battito, come di un cuore.

È scrittura che sa parlare all’epoca attuale, che prende, inventa forme nuove per raccontarsi, fino alla sua metamorfosi ultima, particolarissima, la graphic novel.

È il punto in cui la prassi della scrittura incontra e si confonde col segno, perché “fare i fumetti è partire dal segno”.[1]

Il romanzo a fumetti è la nuova scrittura contemporanea; un genere, se sono questi i termini entro cui intendiamo muoverci, che confonde il segno semanticamente  schierato al di-segno, che racconta per immagini la parola, il pensiero.

Romanzo per immagini, che passando per queste stesse immagini suggerisce, rappresenta, narra.


Ciò che fa di una graphic novel qualcosa di sottilmente divergente dal fumetto tout-court sono le “dimensioni”; una graphic novel è difatti  costituzionalmente più corposa, e allo stesso tempo i suoi contenuti, i temi trattati, sono più maturi, più  complessi, proprio perché c’è strutturalmente la possibilità di considerare soggetti di più ampio respiro.


Sono storie, storie che si muovono in una perfetta sinergia tra parole e immagini.

In principio fu Will Eisner, erano gli anni settanta, e vide la luce Contratto con Dio, raccolta di vicende autobiografiche ambientate in un condominio del Bronx; alta letteratura, la rivoluzione di un genere.

È a partire da questo che  la graphic novel si svincola dai confini letterari del genere e della tipologia per farsi movimento, quasi un credo esistenziale e programmatico.

È la dimostrazione che fare fumetti non è roba da ragazzini, che non esistono limiti creativi, che la letteratura passa anche per le curve di un disegno.


Vennero poi Frank Miller con le nere atmosfere di Sin City, Alan Moore ed Eddie Campbell con From Hell, ma anche  Corto Maltese e la sua Ballata del Mare Salato.

Ma la graphic novel sa inventarsi oltre la  fiction e interpretare, proprio perché scrittura contemporanea, il suo tempo, fino a spiegarci il complesso Iran nelle immagini di Persepolis di Marjane Sartrapi, o nelle pagine di Palestina, di Joe Sacco; sa diventare romanzo di formazione, come Blankets di Craigh Tomphson o Fun Home di Alison Bechdel.


È scrittura contemporanea, del nostro tempo, in questo tempo, è romanzo di parola e immagine, è termometro di un’epoca, giusta sintesi di forme creative uguali e contrarie e speculari ,  cum  tempore disegna il sentimento del tempo.

 

                                                                                                  

                                                                                                                                 

 

[1] Andrea Pazienza, n.d.r.