Viaggio al termine del blog


Il web è semplicità, immediatezza. Ma non è detto che tutti sappiano sempre parlarne in modo chiaro. Specie quando si usano linguaggi virtuosi. Un viaggio ironico in rete in compagnia di Enrico Ghezzi (interpretato da una blogstar di razza). Per un"fuori orario" tutto da...sorridere.

di Personalità Confusa
www.personalitaconfusa.splinder.com 


[ispirato e pressochè attribuibile in toto ad Enrico Ghezzi, soprattutto quando compare di notte su rai3, spettinato, un po' sconvolto, e parla in primo piano col sonoro in asincrono sul video - ecco, immaginalo così, mentre dice queste cose
:]

"Buonasera, buongiorno, o pronto, pronto... no, pronto no... perché credo che non si sia mai pronti, mai pronti a comunicare... mai pronti a esser pronti. Credo che il blog sia la più grande truffa, la eurre... chiamiamola leurre, è più bello... chanson, leurre... sì, il blog leurre... Il blog è l'ora dell'inganno... in particolare parlando di blog, come mi è stato chiesto di fare un minuto fa, o qualche giorno fa... o l'anno scorso... il blog credo che non abbia nulla a che vedere con la comunicazione... non si può pensare nulla... pensare di sapere come comunica il blog è come pensare di sapere a cosa serve la vita. La vita vive o non vive... è una pura falla terminologica dire che la vita vive o non vive... ugualmente il blog comunica, come io sarei supposto comunicare, forse perfino in questo momento..."
"Il blog... il blog, con la sua capacità, anzi possibilità di accogliere tutto, sembra essere davvero un Grande Vetro... ma non un
grande vetro nel senso dell'acquario, un Grande Vetro proprio nel senso duchampiano, un grande vetro già rotto... non più ricomponibile, perché è rotto. Un grande vetro che permette... no... potrebbe permettere, ad una piccola parte di noi - noi non più come soggetto, ma come soggetti diffusi, gassosi... io stesso sono gassoso... ...il vetro che permette di vederci di qua e di là. Non di qua' davanti al vetro, da una parte c'è il soggetto dall'altra c'è il sottovuoto, il sottacqua, l'acquario... No, voglio dire... acquario di qua e di là, non c'è una parte esatta del vetro... Ecco, il blog, se può comunicare qualcosa, comunica ad ogni istante questo. E' vero che tutta la pratica del bloggare sui blog, il discorso del blog che parla di blog, è potentemente esorcizzante in questo... è un sistema di codici messo in atto per vivere nonostante il blog. Ecco, il blog è una
potentissima macchina negativa, una potentissima macchina del nulla... Se uno davvero pensa al blog, pensa a una tale ignavità che si trova mprovvisamente connesso ai massimi sistemi di pensiero, alle massime
esperienze di pensiero e di follia... la follia..."

"...Un post... il post di un blog, non per virtù dell'eventuale soggetto scrivente... ma per virtù del fatto di pubblicarlo, comunica
una tale massa di informazioni che il solo... non criticarle, o lavorarci, ma il solo censirle, il solo rifletterle, richiederebbe
tempi infinitamente superiori alla durata della vita umana, di attenzione abnorme impossibile da sostenere. Impossibile da
sostenere.... ma a quel punto... in modo implosivo, diventerebbe la riflessione sull'istante... che non è più un istante, che può esaurire un vivere, una durata.... che poi esaurire nel senso che non basterebbe la vita intera per chiedersi: come mai? [tossisce senza mettersi la mano davanti alla bocca] ...Come mai? ... Perchè? Io credo he quasi mai si perda tempo quanto si potrebbe, e dovrebbe, su questi momenti brevissimi di tempo. Brevissimi sempre se rapportati a delle durate, durate di vita media, supposta, stimata, presunta in base alla media di durata tecnica delle vite precedenti...[leva gli occhiali sulla stempiatura] E il blog ha questo, che ha una tale portata di comunicazione da eccedere largamente qualunque intento analitico, riflessivo, critico... questo non lo dico per ridurre a sua volta la portata di questo intento, anzi proprio per questa irrilevanza, per questa pateticità, questo intervento critico, riflessivo, etico può avere un senso... un senso...o un dissenso... E' talmente irrilevante, almente fuorviante, talmente volontaristico... [si mette le mani nei capelli] ...e patetico appunto, da meritarsi un suo luogo non-luogo."