La Repubblica sul web 



Giuseppe Smorto è condirettore, insieme a Vittorio Zucconi, di Repubblica.it, che affianca la versione cartacea di uno dei quotidiani più diffusi in Italia, riscuotendo grande successo. Che pare destinato ad aumentare...

di Barbara Colocci




Come sei arrivato a Repubblica.it? 

Ho lavorato quasi sempre a Repubblica, soprattutto nel cartaceo. Sono stato responsabile in vari settori del giornale, come quello dello sport per tanti anni. Poi al Venerdì, e alla redazione di Torino…Sono arrivato all’online quasi per caso.

Le differenze che hai riscontrato nel passaggio dal cartaceo al web? Per molti è difficile, viste le resistenze …

Sono stato molto fortunato nel senso che ho scoperto un nuovo modo di lavorare e ho studiato per questo. Non lo sapevo assolutamente fare. Invece adesso mi piace.

Come si studia l’online?

Si studia guardando molto i siti esteri, si studia con l’esperienza perchè è un lavoro che si costruisce giorno per giorno. Il giornalismo online è nato non più di dieci anni fa, quindi si fanno anche molti errori. Però c’e il vantaggio del responso quotidiano: leggiamo i risultati del giorno prima, capiamo dove abbiamo sbagliato, dove possiamo migliorare.

Le differenza strutturali della scrittura su carta e su web?

Queste sono cose per sacri testi… in realtà il giornalismo è lo stesso. Ci sono delle tentazioni che sul web vanno evitate, per esempio quelle del “copia e incolla”, di uno scarso controllo delle fonti, dovuto magari a una notizia di cui ci si innamora, mandata online troppo presto, prima di averla compresa in tutte le sue parti …

Tu hai citato le fonti. Qual è il rapporto con il blog come fonte?. Perché in America i blog stanno diventando una fonte primaria...

Sì… dipende da blog a blog, da fonte a fonte. Molto spesso la fonte non è il blog ma la mail di un lettore, che non è ancora blog ma un rapporto interattivo tra noi e i lettori.


Ci sono dei blog che monitorate, che preferite?

A noi piacciono i nostri.

Infatti ora arriviamo ai vostri!

Davvero, a noi sinceramente piacciono molto i nostri. Abbiamo un sistema di blog dei lettori, e tutta una serie di iniziative che stanno per partire e che riguardano, appunto, un maggior coinvolgimento dei lettori.

Il vostro contenitore di blog quando è nato?

Quello dei giornalisti di Repubblica è nel 2003, quello dei lettori l’anno scorso.

Come stanno funzionando?

Mi pare siano molte migliaia, i lettori. Tra l’altro facciamo anche un concorso con il Grinzane Cavour che si chiama Blogmania, in cui ogni anno al salone del libro premiamo il blog migliore. Puntiamo molto su questa forma di espressione e comunicazione. 

Queste sono iniziative recenti... 

Sì, sul nostro sito trovate tutto alla pagina tecnologia e scienza.

Qual è a tuo avviso la differenza tra un blogger e un giornalista? Sai che si dibatte molto, oggi, intorno a questo tema..

C’è una differenza totale. Un blog è un diario, innanzitutto. E poi il giornalista ha una formazione professionale molto più completa di quella di un blogger. Per aprire un blog ci vuole in minuto e mezzo, per diventare giornalisti molto di più.

Te lo chiedo perché oggi se ne discute molto, soprattutto in America dove alcuni blogger sono arrivati perfino a far licenziare fotografi e giornalisti…

Ovviamente ci possono essere bloggers più bravi dei giornalisti.

Personalmente, aldilà del vostro contenitore Repubblica.it, controlli sempre cosa accade nel web?

Sì, tutti noi, qui, lo facciamo.

I vostri dati statistici vostri mostrano un incremento in linea con la tendenza che vede l’aumento dei visitatori online, soprattutto nell’ultimo anno.

Siamo sopra alla media di crescita.

Quindi siete molto soddisfatti.

Ecco, ti do anche alcuni dati: giugno 2006, 310 milioni di pagine viste. Giugno 2007, 405 milioni. Utenti unici, 6,4 milioni nel 2006 e 9,3 milioni nel 2007.

Il rapporto tra lettore e giornalista che usa il blog agevola la fidelizzazione?

La fidelizzazione è dovuta a un complesso di fattori, che riguardano anche una serie di servizi offerti da noi. Certo, una parte consistente del nostro successo è dovuta al marchio “Repubblica”. Si tratta del secondo giornale italiano. Repubblica.it è il primo sito italiano, un po’ perché abbiamo cominciato prima degli altri, un po’ perché la redazione funziona bene. Insomma, siamo primi...

Quindi l’attenzione all’online è stata premiata.

Certo. Abbiamo la fortuna di avere un giornale che apprezza molto la funzione dell’online come arricchimento dei contenuti.

E ovviamente state studiando anche interazioni con altri media, videofonini, multimedialità ad ampio spettro. 

Ovviamente. 



Approfondimenti:

www.repubblica.it