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Numero 10



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Perché colui che, attraverso la letteratura, vive una grande finzione, torna alla vita reale con una sensibilità molto più vigile di fronte ai suoi limiti e alle sue imperfezioni, reso cosciente da quelle magnifiche fantasie del fatto che il mondo reale, la vita vissuta, sono infinitamente più mediocri della vita inventata dai romanzieri.
(da Lettere a un aspirante scrittore, Mario Vargaas Llosa, Einaudi)


Forse sono stati i racconti emozionanti di mio padre a farmi venire voglia di scrivere. E il fatto che trovavo la mia vita così vuota e insignificante. Tutto quello che leggevo mi sembrava tanto più interessante della mia vita! Sono un sognatore, e ho sempre vissuto le mie fantasticherie. Ecco perché ho cominciato a scrivere. Perché altrimenti era tutto così incredibilmente noioso.”
(da Niente trucchi da quattro soldi. Consigli per scrivere onestamente, Raymond Carver, Minimum fax)


Nulla mi ha mai interessato tanto della realtà, quanto l’evasione da essa.
(dall’abstract delle Opere complete di Howard P. Lovecraft, Mondadori)


Ma il problema risiede nel rifiuto di riconoscere che il tuo terrorismo é terrorismo. Questo non solo é vero negli Stati Uniti, é vero in generale. Il terrorismo é qualcosa che fanno a noi.
(da Capire il potere, Noam Chomsky, Marco Tropea Editore)


So che la vita è bella , ma so anche che spesso ne facciamo un pasticcio e la trasformiamo o in stupida farsa o in commovente tragedia o in ambedue le cose, tanto che alla fine non si sa se è meglio piangere o ridere. È più facile piangere, ma è molto meglio ridere, finché si ride sommessamente”
(da La Villa del San Michele, Axel Munte)

Il peso del vivere per Kundera sta in ogni forma di costrizione: la fitta rete di costrizioni pubbliche e private che finisce per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti. Il suo romanzo - L’insostenibile leggerezza dell’essere -  ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere.
(da Lezioni americane, Italo Calvino)