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Numero 9



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Nella definizione inventata da un bambino, secondo cui la memoria è quella cosa con cui si dimentica, c'è un quid in più di quel granello di verità che s'annida anche nelle cose sbagliate. Se riuscire a dimenticare è segno di sanità mentale, il ricordare senza posa è segno di ossessione e follia
(Jack London, Il vagabondo delle stelle)


Da quando mia madre è morta ho ripreso ad amare le domeniche: mi piace svegliarmi nella mia stanza chiara, aprire gli occhi pian piano constatando di non aver più sonno, guardare la luce che filtra attraverso le tende leggere e ancor più tra i ricami che le guarniscono; oppure, se è piena estate, sentirmi avvolta dalla penombra delle stuoie poste oltre i vetri spalancati. Mi piace restare a letto sveglia ancora un momento con la consapevolezza di poter fare del mio tempo ciò che voglio; senza apprensione guardo la sveglia sul tavolino alla mia destra: ho davanti a me una giornata piacevole.
(Carla Cerati, La cattiva figlia)
 


Per lui, come per la tradizione di cui si è fatto l'eco, esisteva una pietra preziosa, caduta dal cielo, la quale, in virtù della grazia, non era affatto decaduta dal suo stato primitivo e parecipava della natura del firmamento incorruttibile. E di questa pietra che è fatto il suo Graal. Egli la chiama, del resto, pais exillis. Di certo queste due parole rassomigliano stranamente a lapis elixir, che sono i termini con i quali gli arabi hanno designato la pietra filosofale; e il Graal ha infatti qualche rassomiglianza con la pietra degli alchimisti, ma l'ipotesi secondo la quale il lapis exillis equivarrebbe a lapis e coelis (pietra venuta dal cielo) mi seduce, lo ammetto, infinitamente di più. Giacché in ogni modo il Graal è veramente una pietra "caduta dal cielo" in rapporto con le stelle e al tempo stesso con le anime materializzate di cui rappresenta la salvezza. 
(AA.VV., Luce del Graal)