torna alla homepage

Numero 18



Feed RSS

Archivio

                                                                                                     stampa questa pagina [versione printer friendly]



Libertà. Dove, come, quando?

 










Libertà. Da chi, da cosa? Esiste davvero, la libertà,  o è il sogno persistente dell’uomo incatenato alla dimensione finita, marcescibile, dell’esistenza?

L’alba dell’umanità inizia comunque con un sogno. Il sogno della somiglianza con gli dèi che vivono fuori dallo Spazio e dal Tempo. Simile a loro, l’uomo, ma non uguale. C’è una legge che separa le due dimensioni, e quando Prometeo ruba il fuoco agli dèi  per farne dono agli uomini valica il confine estremo che fa degli uni le dimensioni immortali dell’esistenza, degli altri una forma mortale che custodisce in sé il fuoco della creazione. Ora, tutte le antiche saghe e leggende narrano di un ponte spezzato e di un collegamento interrotto. Divisi dagli dèi, gli uomini, soli, cominciano a sostituirsi a ogni dio pur mantenendo un culto sempre più formale, privo di un reale contatto con la trascendenza. Questa la visione più “tradizionale”, che vede nel progresso un declino, la minaccia di decadenza che un giorno distruggerà l’intero pianeta. L’altra, la visione secolarizzata, moderna, vede invece nel progresso un orologio segnato dalle lancette dell’evoluzione, e scruta con sospetto quel passato vissuto come notte della civiltà. All’interno della storia umana, sempre e comunque, il dubbio sulla libertà si è innestato su ogni tipo di visione del mondo.

Lo ripetiamo, quale libertà? Quella da un dio? Da una nazione? Da noi stessi? Il problema del libero arbitrio ha scomodato i filosofi di tutti i tempi. Un percorso difficile, irto di contraddizioni. E una risposta mai definitiva. Per fortuna.

Oggi l’uomo si pensa più libero che in passato. Forse è vero, forse no. Sicuramente la schiavitù si è fatta più serpentina, subdola. Di conseguenza le certezze sulla libertà risultano meno granitiche. Quando uno schiavo era uno schiavo, la sua condizione era chiara anche se mitigata da spiegazioni più o meno nobili  (per maggior gloria del faraone, ad esempio). Non si credeva comunque libero, sapeva di dover sottostare a imposizioni e restrizioni. E oggi?

Oggi ci crediamo… “liberi liberi”, come recita la canzoncina di Vasco Rossi; voliamo verso il futuro con fardelli pesanti, sì (il problema ecologico, le guerre, la fame nel mondo), ma siamo certi che ce la faremo. In modo infantile magari, come quell’”Io speriamo che me la cavo” di vari anni fa. Ma ce la faremo, pensiamo. In questa corsa verso la libertà gareggiamo con gli dèi fino a sperare di abbattere l’ultimo segno distintivo dell’uomo, quello della mortalità. Ma se un tempo si cercava di farlo attraverso la coincidenza dell’essere con la sua dimensione infinta, oggi si prova a trovare l’elisir di lunga vita  nei laboratori scientifici. Così avremo raggiunto gli dèi, e Prometeo, punito da Zeus che gli fece divorare il fegato da un’aquila, sarà riscattato. Sicuri?

E se invece la libertà fosse uno spazio interiore? Se lì si trovasse il Graal? Se nelle nostre caverne brillassero i tre Silmaril?

Comunque sia l’uomo procede fra le glorie e le macerie della storia (quello che oggi è gloria domani è maceria, e viceversa) cercando il senso della libertà. Alcuni vedono in questo concetto una rosa di scelte, altri, come Bruce Chatwin, arrivano a vedere nella libertà “una totale assenza di scelta”. Ognuno sposa una causa, abbraccia una teoria.   Per me la libertà verte sulla conquista dei diritti civili, per te sull’assenza di regole. Già, le regole. Ma un anarchico è così diverso da un poliziotto? In fondo anche lui segue la sua regola, quella di non avere regole. E ne fa una bandiera, come il poliziotto stringe in  mano la sua, quella della patria. Un ateo è dogmatico come il religioso che sta condannando. E viceversa. Dunque chi è libero davvero? E, di nuovo, da cosa? Alcuni uomini e alcune donne hanno osato avventurarsi al di là dei loro confini teorici, cercando nella libertà di mettere in crisi un’idea il senso stesso della libertà. Con molto dolore, forse lo hanno trovato. Non si ruba il fuoco degli dèi soltanto con un furto. Si ruba anche  usando il guizzo sottile dell’intelligenza che abbatte tutte le porte.

Francesca Pacini