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Numero 17



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Gli specchi di Alice

L'opera di Carroll è enigmatica, e rappresenta ancora oggi un mistero da approfondire. Come in un gioco di specchi, rimandi e allusioni incuriosiscono il lettore, spingendolo oltre...lo specchio. Proprio come accade alla protagonista in quel mondo a metà fra incubo e fiaba, sogno e illusione. 
In realtà, il mondo delle apparenze, se attraversato, genera molte sorprese...

di Flavio Serantoni




Quando Lewis Carroll, ovvero il reverendo Charles Lutwidge Dodgson, matematico, scrittore e fotografo, scrisse nel 1865 Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e sei anni più tardi il suo seguito, Attraverso Lo Specchio e ciò che Alice vi trovò, probabilmente non immaginava l'enorme impatto che la sua “creatura” avrebbe avuto nell'immaginario collettivo anglosassone e, più in generale, sulla cultura occidentale tutta.
Nato come una fiaba per bambini, forse non tutti sanno che il personaggio di Alice fu ispirato all'autore da una bambina realmente esistita (come peraltro anche il Peter Pan di James Matthew Barrie), ovvero Alice Liddell, figlia di Henry Liddell, decano dell'università di Christ Church, Oxford, presso la quale Carroll insegnava matematica.
Narra la leggenda che fu proprio durante una gita in barca che, per intrattenere le tre figlie del decano, Carroll si inventò la storia di una ragazzina viziata ed annoiata che, seguendo uno strano Coniglio Bianco con panciotto ed orologio da taschino, finisce in un mondo sotterraneo ricco di meraviglie, in cui ogni regola logica del cosiddetto “mondo di sopra” sembra sovvertita: non a caso il primo manoscritto, vergato dall'autore su preghiera della giovane Liddell e risalente al 1864, era intitolato Le Avventure di Alice nel Mondo di Sotto.
Grazie all'enorme successo riscosso dal primo capitolo, anche presso una lettrice illustre quale la regina Vittoria, Carroll pubblicò dopo sei anni il seguito delle avventure di Alice, ovvero Attraverso Lo Specchio, in parte nato dall'insegnamento del gioco degli scacchi ad Alice Liddell tramite storie inventate per spiegare i movimenti dei vari pezzi sulla scacchiera: infatti, mentre Alice nel Paese delle Meraviglie è figurativamente incentrato sul gioco delle carte, il seguito è strutturato come una partita a scacchi, in cui Alice da comune pedone deve raggiungere la casella della regina.
L'amore per la logica, per i giochi matematici, per gli indovinelli e per i giochi di parole, è il segno distintivo di tutta l'opera dell'autore: un espediente narrativo che gli ha consentito di mettere alla berlina il rigido moralismo della società dell'epoca in cui viveva in un modo non dissimile, anche se più pacato e sottile, alla sferzante ironia e al sarcasmo utilizzato da un suo illustre contemporaneo, Oscar Wilde.
Il fascino particolare dei mondi fantastici e surreali creati da Carroll, sia che si tratti del Paese delle Meraviglie o del Mondo oltre lo Specchio, ha colpito così profondamente l'immaginario collettivo dei suoi contemporanei e delle generazioni successive da diventare in breve un archetipo della narrativa e una fonte d'ispirazione per una pletora di scrittori e cineasti, in particolare quelli dediti al fantastico e alla fantascienza.
Proprio questi ultimi hanno dato vita a universi paralleli basati sul principio di rovesciamento di prospettiva intrinseco nel mondo specchio, universi in cui concetti come giusto e sbagliato, morale e immorale, bene e male si scambiano come il bianco e il nero sulla scacchiera, mostrando così la profonda ambivalenza della natura umana, sempre in bilico tra salvezza e dannazione. 

- Segui il Coniglio Bianco -

In tempi recenti, uno degli esempi più riusciti di tale influenza si può trovare all'inizio del capolavoro cyberpunk dei fratelli Wachowski, Matrix, in cui il viaggio del protagonista Neo alla ricerca di sé comincia proprio come quello di Alice, con quella scritta Follow the White Rabbit che compare sul monitor, e con il tatuaggio sulla spalla di una ragazza che lo invita ad uscire dalla sua tana per avventurarsi nel mondo esterno, o meglio del mondo sotterraneo.
In seguito Morpheus, figura che, per il ruolo di guida del protagonista e il parlare per enigmi, ricorda per certi versi il Cappellaio Matto, invita Neo a prendere una pillola, ovvero ad ingerire qualcosa, esattamente come capitava all'eroina carrolliana non appena giunta nel Paese delle Meraviglie, una pillola che consentirà al protagonista di scoprire “quanto è profonda la tana del bianconiglio”, ovvero quanto sia illusoria la cosiddetta realtà in cui è vissuto sino a quel momento.
Per finire, quando inizia il processo di risveglio, ovvero di uscita dalla realtà virtuale di Matrix, il protagonista Neo tocca uno specchio, e in una sequenza di particolare effetto ne viene letteralmente “inghiottito”, attraversando simbolicamente la barriera che separa il mondo illusorio da quello reale.

- Sono la tua altra madre -

Storia di specchi, di attraversamenti di soglie e di realtà doppie, anche la Coraline di Neil Gaiman, portata sullo schermo nel 2009 nel bellissimo adattamento realizzato da Henry Selick Jr., è un personaggio che deve molto a quello creato da Carroll nel 1865.
Come Alice, infatti, anche la protagonista del romanzo di Gaiman compie un viaggio in un mondo strano e meraviglioso, almeno all'apparenza, cui accede attraverso una porta segreta posta nella casa dove abita con i genitori: un mondo speculare in cui tutto sembra uguale ma tutto è profondamente diverso, abitato da una coppia di “altri” genitori, molto più premurosi ed attenti di quelli reali, ma con l'inquietante caratteristica di avere dei bottoni al posto degli occhi.
Man mano che si avventura nel “mondo specchio”, Coraline si renderà conto, anche grazie all'aiuto di un animale-guida rappresentato da un gatto parlante (proprio come lo Stregatto di Carroll), che dietro l'apparenza sfavillante e multicolore, e l'amosfera spensierata e giocosa di questa “nuova” realtà, apertamente in contrasto con il grigiore della vera realtà, si nasconde qualcosa di sinistro e pericoloso, che minaccia non solo lei, ma anche i suoi veri genitori.
E proprio dietro uno specchio finirà rinchiusa la protagonista, una volta scoperta la natura maligna della madre-strega, luogo magico in cui incontrerà le anime tormentate delle giovani vittime che l'hanno preceduta, grazie alle quali troverà il coraggio e la determinazione di salvare non solo se stessa, ma anche i suoi cari, ritornando così ad una realtà certamente più grigia e monotona, ma proprio per questo più sincera.

- Perché un corvo è come una scrivania? -

Impossibile non citare in questa breve e non certo esaustiva carrellata il recentissimo Alice In Wonderland, spettacolare e coloratissima pellicola di Tim Burton, che, sfruttando anche la magia del 3D, ci restituisce insieme una summa e un personale omaggio del regista di Burbank al mondo carrolliano, in cui convergono elementi di entrambi i romanzi, aggiornati ed adattati a un'eroina più adulta, e perciò più matura e consapevole.
Un personaggio, quello dell'Alice burtoniana, ben interpretato dalla giovane Mia Wasikowska, che nel corso della storia assurge al ruolo di eroina romantica a tutto tondo, con tanto di armatura splendente da cavaliere del ciclo arturiano, novella Elisabetta I in grado di sconfiggere il Jabberwocky, o Ciciarampa nella versione italiana, e di diventare regina del Regno di Sotto, ma, ancora meglio, di divenire padrona del suo destino nel Mondo di Sopra, libera dalle convenzioni e dai pregiudizi della sua epoca, pronta ad affrontare le avventure che la attendono.
Grazie al solito, inimitabile contributo visivo del regista, le cui opere non a caso sono state quest'anno in mostra al MoMA, il Museo d'Arte Moderna di New York, e al contributo della sceneggiatrice disneyana Linda Woolwerton, abile nell’“invecchiare” personaggi classici come il Brucaliffo, lo Stregatto (irresistibile come sempre) e il Cappellaio Matto, interpretato da un irriconoscibile Johnny Depp, (ormai divenuto attore-feticcio ed alter-ego di Burton), Alice in Wonderland riesce contemporaneamente a rinnovare e a celebrare il mito dell'eroina di Carroll, un mito che siamo sicuri accompagnerà ancora molte generazioni di spettatori e di lettori.