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Numero 14



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Una stanza per sé



I sogni posso essere dipinti. E possono raccontare di donne poliedriche, multiformi come solo un'esperienza onirica sa essere. Olga Minardo, artista raffinata e visionaria, ci racconta del suo rapporto con i mondi che si nascondono dietro la materia...

di Carmelo Riccotti La Rocca




“Preferisco essere un sognatore fra i più umili con visioni da realizzare, piuttosto che un principe di un popolo senza sogni né desideri”. In questa frase di Kahlil Gibran si racchiude l’importanza dei sogni in tutte le sue sfaccettature. L’uomo senza sogni è come una strada buia, senza luce, dove diventa impossibile guardare ad un palmo di distanza. 

Crearsi nella propria mente una stanza dei sogni ( Luigi de Pascalis nella monografia Dipingere i sogni-ndr.), dove rifugiarsi per sfuggire alla estenuante quotidianità che trascina l’individuo in una automatica routine, diventa spesso àncora di salvezza per continuare ad andare avanti dando spazio anche ad un pizzico di sacrosanta irrazionalità. 


Ognuno arreda la propria stanza dei sogni a seconda dei propri gusti e del proprio stile, ma nessuno verrà a invadere lo spazio di un sogno già che questo non è misurabile, né identificabile né calpestabile, ma vaga attraverso mondi sconosciuti e luoghi immaginari. 


Nella stanza dei sogni può entrarci anche un magnifico dipinto che tenta di raccontare il sogno stesso e che diviene strumento del sogno come orma tangibile di un viaggio irrazionale.
C’è una artista che la sua stanza dei sogni se l’è creata, è una stanza variopinta all’interno della quale la sontuosità del mondo femminile è preminente e le forme prendono vita in un mondo incantato di storie russe dove meravigliose principesse sono costrette a divenire padrone del gineceo in assenza di uomini allontanati dalla guerra. 

La sua infanzia è stata fortemente influenzata dalla Omama ( nonna), con lei ha vissuto il periodo della formazione e della crescita, se oggi ha perfezionato questo stile che l’ha portata ad essere famosa in tutto il mondo, è grazie a Kathe Albrecht, donna nata nel fine ottocento in Russia tra le rive del Volga, laureata in letteratura e molto legata alle sue origini nonostante il suo amore per un ingegnere tedesco la portò a spostarsi dalla terra natia. 

Olga Minardo è un fantastico contenitore di culture diverse, dai sogni russi alla razionalità tedesca ai profumi siculi del mediterraneo, insomma una donna dell’Europa.
Olga è la pittrice dei sogni, la sua monografia, raccontata da Luigi de’ Pascalis, è un elogio alle donne e ai sogni, lei è stata da sempre umile sognatrice con visioni da realizzare, questo le ha permesso di creare una propria stanza dedicata alle fantasie di una piccola principessa vissuta in Russia ai tempi degli Zar. 

Nata nel 1956 a Roma da Giuseppe, Siciliano, e da Vera Macht, Prussiana, entrambi pittori , Olga Minardo oggi è una delle artiste più poliedriche nel panorama europeo.
Tra le sue tante opere vale la pena ricordare il più grande murale italiano realizzato tra il 1987 e il 1988 a San Saverino Marche sulla statale Settempedana, un’opera mastodontica di 300 mq raffigurante 60 personaggi del mondo dell’arte, dello sport, della danza, dello spettacolo e della scienza. 

Olga è una sognatrice, per questo, passeggiando tra le magnifiche vie barocche di Ragusa Ibla ( città della Sicilia sud orientale inserita nella lista di beni Unesco) abbiamo voluto parlare con lei dei suoi sogni. 

Olga, gli argomenti preminenti nei tuoi dipinti sono le donne e i sogni, come si legano insieme queste due cose?
Questo è un discorso che parte da lontano e , precisamente, dalla mia infanzia.
Io sono cresciuta con una nonna russa, lei mi raccontava tante favole dove le donne erano sempre protagoniste assolute e, ovviamente, i racconti andavano sempre a buon fine per “Olga”( la nonna metteva il nome di Olga a tutte le protagoniste- ndr).
Sono cresciuta assimilando l’importanza della donna in tutte le vesti, ho cercato da sempre di capire il mondo della donna ed esprimerlo attraverso il disegno creando un mio stile che proviene da ciò che ho acquisito nel periodo dell’infanzia. A ciò poi si lega strettamente il sogno, il sogno di una ragazzina cresciuta in campagna con la nonna, il sogno come essenza fondamentale della donna che per sua natura è in costante viaggio con la mente. 

Cos’è il sogno per te?
I sogni sono l’altra parte della realtà quotidiana, il vissuto che non si vede, sono importantissimi nella vita di una persona.

Aiutano a vivere?
Certo che aiutano a vivere, l’importante è non trasformarli in incubi. I sogni sono la parte di noi che vogliamo nascondere, coprire, ma che comunque, se riusciamo a captare la parte positiva di essi, alla fine emergono sempre. Quando riusciamo a fare ciò, cioè raccogliere la parte positiva dei nostri sogni e trasferirla nella nostra quotidianità, allora i sogni diventano una realtà bellissima”.

Qual era il tuo sogno ricorrente da bambina?
Il mio sogno ricorrente era quello di stare in Germania, quando mi trovavo in altre parti del mondo non vedevo l’ora di ritornare la dove avevo vissuto la mia infanzia, anche se devo dire che sono anche molto legata alla Sicilia Sud Orientale e a Ragusa in particolare, una città bellissima dove è nato mio papà e dove vado sempre volentieri.
Un altro sogno che ho sempre avuto è stato quello di poter fare qualcosa per il sociale, questo è un mio cruccio che mi porto dietro sin da piccola. 

Hai mai avuto un sogno del quale ti sei un po’ vergognata o che non hai mai detto a nessuno?
Di poter dipingere insieme a dei bambini, con le loro fantasie e con le mie fantasie, le pareti di un reparto di pediatria o di un carcere. Sarebbe bello trasformare quelle sbarre in qualcosa che non mette tristezza, ma che abbia colori rilassanti e allegri, soprattutto mi riferisco alle carceri dove le detenute sono donne e, spesso, vanno dei bambini per trovare le loro mamme. Questo è un sogno forse troppo infantile, ma sicuramente realizzabile. 

Se dopo questa discussione ti chiedessi di dipingere il sogno, cosa realizzeresti?
Un cielo azzurro, questo splendido cielo che abbiamo sopra le nostre teste. Quando chiudo gli occhi vedo sempre il cielo azzurro che per me rappresenta la libertà, la gioia , la bellezza, l’arte deve esprimere tutti questi valori che io racchiudo nell’azzurro del cielo.