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Numero 12



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                             Milano da bere? Meglio la cotoletta




La genialità di Claudio Bisio è nota a tutti. Uno spirito irriverente che mescola umorismo e intelligenza. Milanese d'adozione (lui è nato a Novi Ligure e ci tiene a ribadirlo), vive da sempre in questa città di cui conosce pregi e difetti. Qui ce ne racconta qualcuno...

di Ettore Luttazi


Milano città dai mille volti e dalle mille etichette, a volte veritiere a volte meno.
Abbiamo chiesto a un attore senza peli sulla lingua, milanese al 99%, di farci un ritratto dell’eterna antagonista di Roma.
Claudio Bisio, il re incontrastato di Zelig Circus già al lavoro per la prossima stagione, ci racconta pregi e difetti della città più europea d’Italia.



Claudio, lei è nato a Novi Ligure, ma quando era ancora in fasce la sua famiglia si trasferì a Milano perciò si può dire che quella è da sempre la sua città. 
Personalmente si sente un “milanese doc” oppure le fa piacere ricordare che le sue radici sono altrove?
Pur essendo milanese e pur essendolo considerato a tutti gli effetti da sempre, le confesso che mi fa sempre piacere ribadire le mie origini.
Non è semplicemente un vezzo, è un richiamo della memoria, dei ricordi, degli affetti. 
A Novi Ligure sono nati e hanno vissuto per tanti anni i miei genitori e quella città mi riporta alla memoria i piacevoli racconti di mio nonno, le prime estati passate senza genitori, o momenti importanti della mia vita come la preparazione degli esami di maturità. 
E’ un posto che porto nel cuore.


Com’è cambiata la città dagli anni della sua infanzia ad oggi? E il suo rapporto con questa città come si è evoluto nel corso degli anni?
Milano nel corso degli anni è passata dall’essere meno paesone e più metropoli, meno città che produce realmente e più città di marketing, meno botteghe e più centri commerciali, meno cotoletta vestita e più sushi..in parole povere meno sostanza e più apparenza.
La cosa più brutta è che in parte lo ha fatto tradendo il suo passato, le origini industriali e la sua generosità, quella capacità di accogliere che l’ha sempre distinta da altre città.
E’ come se nel corso degli anni Milano si sia incattivita e sia diventata più egoista, disposta a fare spazio solo per quello che risulta economicamente interessante, dimenticando che in una città vivono anche bambini e anziani. 
A loro purtroppo Milano concede ben poco. 


C’è stato un periodo della sua vita in cui ha amato o odiato particolarmente Milano o una parte di essa, una sua faccia, un suo aspetto ?
Il periodo in cui ho amato di più questo posto è senza dubbio quello del liceo. 
Scoprivo una città diversa, da solo, senza i miei genitori, era l’epoca per me dei Navigli, della libreria Sapere di Via Molino delle armi, del Teatro Uomo che allora era al Ticinese, del cinema De Amicis, via Vetere, Via Scaldatole.
Strade che per me che vivevo in tutt’altra zona, tra via Melchiorre Gioia e Viale Marche, rappresentavano un’altra città. 
Molto più interessante da scoprire e da vivere.


C’è un luogo di questa città che ama in assoluto? E uno che vorrebbe cancellare?
Adoro su tutti il quertiere Isola, con il suo mercato e i negozi di artigiani, da poco anche il Blue Note. 
E invece mi piacerebbe poter cancellare le nuove Torri che stanno costruendo a pochi metri, cioè nell’ex bosco di Gioia. 
Avrei preferito che non le avessero mai iniziate, ma in alternativa, e se potessi davvero, le cancellerei con tutto me stesso.


L’immagine di una città spesso è legata a delle etichette . 
Penso, in questo caso, a quella della famosa “ Milano da bere” , ma anche quella della città efficiente e produttiva dove tutti lavorano e dove c’è lavoro per tutti, l’unica città europea d’Italia. ..
Penso che sono etichette e quindi valgono quel che valgono. Proprio perché amo la mia città e la vorrei veramente europea.
Mi domando spesso da cosa nasca il mito della Milano europea. 
In base a cosa viene definita europea. In base alla piste ciclabili? 
Al numero di linee della metropolitana? Ai metri quadri dedicati al verde? All’aria che si respira? Alla scarsa pulizia delle strade? 
Ancora devo capirlo. 


Se dovesse convincere qualcuno a trasferirsi a Milano per viverci stabilmente quali argomenti userebbe?
Dipende. 
Non cercherei di convincere mai chi tiene famiglia : Milano non è adatta assolutamente ai bambini, perché qui la loro autonomia è pari a zero. 
Penso che sia interessante viverci tra i venti e i quarant’anni, soprattutto per chi ha interessi nel design, nella moda, nella pubblicità, nel teatro e nella televisione. 


E se invece dovesse farle credere che è una pessima idea?
Basterebbe dire “vieni qui e facciamo un giro in bicicletta!” 


Il suo lavoro le permette di girare l’Italia da Nord a Sud, quindi avrà visitato centri molto diversi tra loro per dimensioni, tradizioni ecc. 
Se non fosse cresciuto nella capitale del Nord dove le sarebbe piaciuto vivere?

Credo a Roma, perché forse c’è anche più caos, ma è davvero il centro di tutto, non solo della politica, ma tanto per fare un esempio anche del cinema. 
Agli inizi della mia carriera ho avuto un agente che sosteneva che se non avessi vissuto a Roma non avrei mai potuto fare questo mestiere. 
Per fortuna sbagliava, ma non è stato facile e a Roma forse avrei abbreviato i tempi.
Non mi dispiacerebbe vivere nemmeno in un città di provincia, più piccola, con servizi più adeguati, insomma più a misura d’uomo. 
Tra quelle che conosco penso a Parma, Reggio Emilia, Bolzano, forse per dimensioni e caratteristiche mi spingerei fino a Bologna.


La ringraziamo per la sua disponibilità e le auguriamo in bocca al lupo per i suoi lavori in corso e per i progetti futuri. 


Approfondimenti:
www.claudiobisio.it



Ettore Luttazi
ettoreluttazi@mybox.it  
http://www.conlalente.splinder.com