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Numero 8



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Letterature dentro e fuori la rete


Un gruppo di lettori decide di fondare un "gruppo di provocazione letteraria" per leggere in pubblico  i  brani preferiti. Aprono anche un blog, I libri in Testa. E scoprono che non sempre il pubblico che risponde a un evento è lo stesso che si fa vivo anche sul web. Le aggregazioni spontanee nascono liberamente e non posso essere "pianificate"...

di Francesca Pacini



Conosco Federico Platania  da molti anni, da quando ambedue "militavamo" nella rivista culturale Storie. A ripensarci, eravamo due ragazzini. Poi ci siamo persi di vista per molti anni. Ora siamo cresciuti, ci siamo incontrati di nuovo in rete. Anche lui non ha mai smarrito la passione per i libri e insieme ad altri gestisce un blog, I libri in testa, partito con un'intento davvero lodevole: quello di unire la rete ai raduni in libreria. Il filo rosso? Il libro, manco a dirlo. Ma il pubblico risponde in modo diverso. Federico ci spiega perchè...



Federico, come nasce l'esperienza I libri in testa?

Nel 2003, un gruppo di cosiddetti “lettori forti” – tra cui il sottoscritto – si conosce in rete, per l’appunto, tra le chiacchiere di un newsgroup dedicato alla letteratura (it.cultura.libri). Decidiamo di conoscerci di persona e di dare un seguito non virtuale a questo interesse comune. Così fondiamo “I Libri In Testa”, un gruppo di provocazione letteraria, come ci piace definirlo. L’idea è quella di trasmettere l’amore della lettura nel modo più diretto e trasparente possibile: leggendo in pubblico le pagine a nostro giudizio più belle dei nostri libri preferiti. Come teatro di questa cosa scegliamo la saletta al secondo piano della Libreria Croce, di Corso Vittorio Emanuele, a Roma. Siamo scettici noi per primi: chi vuoi che venga a vedere degli sconosciuti che – pur non essendo attori professionisti – hanno l’ardire di leggere in pubblico? Dobbiamo ricrederci: oggi abbiamo all’attivo cinque stagioni di letture e un repertorio di 43 serate a tema con picchi di pubblico di oltre quaranta persone il che – se si pensa che alla presentazione in libreria di un autore famoso in genere non ci sono più di dieci persone – rappresenta un record di cui andare orgogliosi.
Dalla prossima stagione, quella che inizierà il 20 ottobre con un faccia a faccia con Il gattopardo, introdurremo una novità: meno spazio alle letture e più ai commenti, nostri e del pubblico. Saranno chiacchierate intorno a un libro. Un esperimento. E chissà che anche stavolta le cose non vadano meglio del previsto.


Tu che approcci avevi avuto, in passato, per quanto riguarda la letteratura e i libri?

Un approccio solitario, come tutti. Una delle piccole grandi rivoluzioni che ha introdotto la rete nella nostra vita è che ha trasformato un gesto intimo e personale, come quello della lettura, in un gesto collettivo. Quando a vent’anni mi sono imbarcato nella lettura dei Fratelli Karamazov l’ho fatto nella piena consapevolezza che non avrei potuto parlare di quel libro con nessuna delle persone che frequentavo all’epoca: i miei amici non amavano la narrativa. Quella russa dell’ottocento, poi! Oggi, chi parte in viaggio per le grandi distese di un romanzo fiume o di un’opera particolarmente complessa, sa che grazie a internet può condividere questa fatica con una moltitudine di pellegrini che sta compiendo lo stesso percorso.
Insomma, io non so se la televisione ha ucciso il cinema, ma di sicuro internet non ha ucciso la carta stampata, anzi, ne sta promuovendo la diffusione.


Il blog nel tempo come e quanto si è modificato? che risposte ha avuto?

Abbiamo inaugurato il blog dei Libri In Testa nel marzo del 2005, circa due anni dopo l’inizio delle nostre letture in pubblico. Lo abbiamo fatto con molta titubanza, nel periodo in cui il blog si stava affermando come uno degli strumenti più modaioli e frivoli della rete. E ha davvero stentato a decollare, forse perché eravamo noi i primi a non crederci. Abbiamo poi constatato che il pubblico che interveniva alle nostre serate non lasciava commenti nel nostro blog e viceversa. Questo ci ha fatto capire, ancora una volta, che letteratura e internet sono due mondi in relazione, che non si pestano i piedi, ma che restano comunque ben distinti.
La nostra idea era quella di usare il blog come costola degli incontri in libreria, un’estensione in cui i commenti e le discussioni del nostro pubblico – che nell’ambito dei sessanta minuti delle nostre serata non trovavano molto spazio – potessero continuare senza vincoli. Non è stato così. Ma forse è così che doveva andare.


Come vedi le esperienze letterarie in rete? Ti va di citare qualche altro bel blog letterario, per i lettori?

Da qualche giorno ho scoperto aNobii, una incredibile comunità in cui è possibile condividere i titoli della propria collezione di libri e così avere un archivio on line della propria biblioteca e al tempo stesso conoscere altri lettori con gusti simili ai tuoi, creare gruppi di discussione interni, fare statistiche su quanti libri hai letto in un determinato periodo. La rete, come ho detto, è in grado di potenziare l’amore della lettura che si ha già.
Altri blog letterari? Sicuramente Vibrisse Bollettino, Nazione Indiana e Il primo amore. La mattina ormai è tradizione per me, dopo aver dato un’occhiata alla prime pagine dei quotidiani, controllare i nuovi post su questi tre blog. Da qualche tempo, poi, sto conducendo un esperimento di scrittura collettiva insieme e Fabrizio Venerandi, Antonio Koch e Mauro Mazzetti su Lamerotanti. Il progetto si chiama “Asterisco*” ed è una sorta di metaromanzo, una cosa che non potrebbe esistere se non sulla rete.
Questo per dire che, mentre mi va benissimo che i miei libri vengano pubblicati da un editore tradizionale che stampa su carta, riconosco la preziosa possibilità che ci offrono gli strumenti della rete per fare sperimentazioni letterarie.


Scrittura e blog. Parliamone un attimo...

Sull’argomento credo che abbia detto parole definitive Tiziano Scarpa in un suo articolo ormai celebre, Bloggers, siete peggio di Liala!, in cui rimproverava ai blog-scrittori di non osare di più, con una frase memorabile: «Avete piantato la tenda nel territorio della tigre, e passate tutto il tempo ad accarezzare gattini». Ma io credo, infatti, che i blog non minaccino in nessun modo la letteratura. Solo una piccola parte di coloro che scrivono su un blog ha un’autentica vocazione letteraria. Gli altri, appunto, voglio solo tenere un blog. Che è un’altra cosa. Chi vuole scrivere davvero prima o poi cercherà uno sbocco verso l’editoria ufficiale.
Dopotutto, l’iniziativa di Vibrisselibri, una delle tante idee che Giulio Mozzi ha tirato fuori dal suo cappello magico, ha dimostrato che il fatto che un libro sia disponibile gratuitamente in rete non fa sì che un editore non se ne interessi per pubblicarlo attraverso i suoi canali tradizionali. Ciò, per me, prova che è la rete che tende alla carta e non viceversa.

* * *

Nota biografica

Federico Platania (Roma, 1971) ha pubblicato “Buon lavoro. Dodici storie a tempo indeterminato” (Fernandel, 2006). A febbraio 2008 uscirà, sempre per Fernandel, il suo romanzo “Il primo sangue”. Fa parte del gruppo di provocazione letteraria “I Libri In Testa” ed è il curatore del sito www.samuelbeckett.it


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Siti e blog citati in queste pagine:

Il sito de “I Libri In Testa” http://www.ilibrintesta.it
Il blog de “I Libri In Testa” http://ilibrintesta.splinder.com
Il sito italiano dedicato a Samuel Beckett http://www.samuelbeckett.it
aNobii http://www.anobii.com
Vibrisse Bollettino http://www.vibrissebollettino.net/
Nazione Indiana http://www.nazioneindiana.com/
Il primo amore http://www.ilprimoamore.com/
Lamerotanti http://www.lamerotanti.com/
L’articolo di Tiziano Scarpa sui blog http://www.nazioneindiana.com/2003/06/16/bloggers-siete-peggio-di-liala/
Vibrisselibri http://www.vibrisselibri.net/